Rientrando, paura.

August 12th, 2009

Rientro a Roma. by you.

Il volo New York-Amsterdam è delizioso. Laddove per delizioso intendo senza neanche una minima turbolenza. Sarà stata una coincidenza, sicuro. Volo in notturna, lo stesso Boeing 747 dell’andata (lo riconosco dalla sigla: Freetown) con partenza alle 22 ora di New York. E, come mi capita sempre, senza neanche una mezz’ora di ninne. Penso di essere riuscito giusto a riposarmi un po’, ma la buona parte del tempo l’ho passata a gironzolare per l’aereo, nell’oscurità della notte, e a chiacchierare con un paio di assistenti di volo.

Rientro a Roma. by you.Rientro a Roma. by you.Rientro a Roma. by you.Rientro a Roma. by you.

Atterro ad Amsterdam in orario, nonostante si sia partiti con un’ora di ritardo. Come spesso capita a N.Y. intenso traffico aereo sul JFK, 25 aerei in coda davanti a noi, e il comandante che ci aggiornava sulla nostra posizione. Ma evidentemente è riuscito a recupre quell’ora, sfruttando le correnti a favore. Tempo di ripassare i controlli, ad Amsterdam, e il gate è già aperto. Il comandante Alitalia sta chiacchierando con la tizia del check in. E’ un uomo sui 45 anni, i capelli a caschetto, una pancia che pende in avanti, oltre la cinta. L’aereo è un vecchissimo MD80, uno di quelli che Alitalia, anzi Cai, ha iniziato a dismettere. Fila di sinistra, quella a due posti, sono seduto da solo. Ci sono delle nuvole, nel cielo. Subito dopo il decollo, anche quando abbiamo raggiunto l’altezza di crociera, si balla un po’. Direi che non è niente di sconvolgente. C’è un segnale, in questo caso, che ti fa capire se la cosa è seria: se gli assistenti di volo stanno seduti. Per la prima mezz’ora non si alzano dai loro posti, neanche per parlare tra di loro. Il segnale di allacciare le cinture di sicurezza è acceso. Si alzano, e iniziano a preparare i carrelli. Ma l’aereo continua a ballare. Piccole scosse, alcune abbastanza forti. A un certo punto accade qualcosa che non mi era mai successo. Le turbolenze violente le ho vissute tutte con un largo preavviso del comandante, che, prima del decollo, o anche in volo, preannunciava che saremmo entrati in una zona un po’ “movimentata”. Stavolta niente. Gli assistenti stanno ancora servendo da bere, io ho preso un bicchiere d’acqua. Le turbolenze si fanno ad un tratto più violente, io quasi sbatto col viso sul sedile davanti. Mi affaccio al finestrino, e vedo che siamo dentro a dei nuvoloni scuri. Strano, penso, vorrà dire che non voliamo alti. Ma la cosa peggiora. Mi giro, e vedo i due assistenti in piedi aggrappati con le mani alla cappelliera e ai sedili. L’aereo perde quota, improvvisamente. Il bicchiere di succo d’arancia che il signore dietro di me tiene in mano schizza in aria, e finisce sulla parete e sulla mia testa. Sento qualcuno fare degli “oooooo”. E’ una turbolenza strana, e a questo punto direi non calcolata dal comandante, visto che nello sguardo degli assistenti di volo, uno, sui 40 anni, e un’altra più grande, colgo fastidio – non preoccupazione. Quando, nella prima mezz’ora, uno di loro si era avvicinato a me, gli avevo chiesto come fossero le previsioni meteo lungo la rotta: la risposta è stata abbastanza tranquilizzante (“adesso balla un po’, ma passa in fretta”). Mi tengo al sedile davanti, mentre l’aereo viene sbattuto con degli strani movimenti: destra-sinistra, ma in diagonale; ogni tanto viene spinto verso il basso. Il tutto dura tre interminabili minuti: ogni tanto, per cercare di concentrarmi su qualcosa, mi sono messo a contare. Fossi stato religioso, avrei pregato. A dire il vero un pensiero ce l’ho fatto. Non ho avuto la sensazione di morire, quella no: ma la percezione che stesse accadendo qualcosa di non previsto. Si sente che il comandante cambia quota, dal rumore dei motori. Cerca una zona più tranquilla dove volare. Ma per la tranquillità dovremo aspettare le Alpi. Da là in poi, una passeggiata. I muscoli delle mie gambe tremano ancora. Del comandante mi ha colpito in negativo il fatto che per tutta l’ora seguente non abbia detto una sola parola. In genere – mi è sempre capitato come le compagnie estere – si spiega cosa è successo. Ma stavolta niente. Prima di atterrare, un ipocrita “stiamo atterrando, la temperatura è di “, e amen. Eppure, subito dopo la turbolenza, ho incrociato sguardi di persone terrorizzate.

Vorrei promettermi di non salire più su un aereo in vita mia, ma so che non sarà possibile.

20 Responses to “Rientrando, paura.”

  1. wasabi Says:

    Hai tutta la mia comprensione…

    e il pilota è stato un vero cafone :oC

  2. arcere Says:

    che esperieeenza paurosaaa mi dispiace riiiv!continuo a proporti il peluche del 747…

  3. Dario Says:

    Ciao Riv! Purtroppo anche io soffro la paura di volare e negli ultimi anni è diventata una vera e propria fobia. Non rinuncio però a viaggiare e spesso sono costretto a drogarmi di lexotan o suoi sostituti…
    L’esperienza che hai raccontato è simile ad una che mi successe un paio di anni fa su un volo per Ibiza. Abbiamo attraversato una tempesta ad alta quota con fulmini molto forti e grandi correnti di aria che ci facevano sobbalzare pesantemente. Ho pianto per tutta la durata del volo e ancora ricordo con terrore ogni istante.
    Il pilota e gli assistenti non hanno aperto bocca per tutto il viaggio… E’ stato traumatico.
    Ti capisco perfettamente.

  4. Dedar Says:

    Bè però hai una vita avventurosa!!!
    Ma le turbolenze siano l’UNICA cosa che non ti invidio!
    Dài che è il prezzo da pagare per vedere il mondo!
    Felici che sia tornato tutto intero

  5. Dedar Says:

    !

  6. Manuel Says:

    Non so come mi sarei comportato io in questo periodo in cui soffro di attacchi di panico… Sicuramente me la sarei fatta addosso e non so se sarei qui a commentare :(. Cmq ora sei a Roma e quindi ciò che è passato non ritorna!

  7. Notangel Says:

    In ogni tuo post sui voli mi rivedo completamente…

  8. erinn0 Says:

    Per fortuna ho il sonno facile in aereo. Praticamente passo, sempre, tutto il tragitto a fare un pisolino. :D

  9. G. Says:

    River, mi fai venire in mente un paio di esperienze interessanti.

    La prima su un MD-11 Alitalia in volo da Buenos Aires a Malpensa, di notte. Io ero in piedi a sgranchirmi le gambe dalle parti del galley di coda, dove le hostess stavano sistemando i carrellini e facendo quattro chiacchiere tranquille con alcuni passeggeri svegli. All’improvviso si è piegato tutto a sinistra, violentemente, come se all’ala fosse mancato il sostentamento. È stato un attimo, neanche il tempo di spaventarsi e chiedersi cosa stesse succedendo e ci siamo trovati tutti per terra. Ricordo benissimo uno steward completamente gambe all’aria, sulla schiena, e una hostess in ginocchio aggrappata a una maniglia mentre dai carrellini tutti ribaltati colava aranciata. Si rimise in assetto nel giro di un secondo o due, con un bel rumore di motori su di giri per recuperare spinta. Dopodiché il volo continuò senza un tremore. Chissà come ti sarebbe piaciuto… :P

    L’altra su un volo Lufthansa da Bologna a Francoforte. Lì le turbolenze piuttosto forti arrivarono che le hostess avevano iniziato a servire il caffè e fu la prima volta in cui le vidi togliere le caffettiere bollenti dai carrellini e appoggiarle in terra. Poi le portarono via stando chine per tenerle vicine al pavimento ed evitare di ustionare qualcuno con un getto di caffè tipo piombo fuso. Dev’essere una mossa standard, perché l’ho vista poi fare altre volte in caso di turbolenze forti e bevande eccessivamente calde tipo il caffè, che è sempre al limite di fusione delle tazze (e mi chiedo sempre perché lo scaldino così)!

    Però volare mi piace. Vorrei provare un volo in idrovolante con ammaraggio sulle onde: sai, la gita sul Grand Canyon con l’aeroplanino che scende in ogni gola l’ho già fatta. Molto divertente! :)

  10. Angelo Says:

    Mi é capitata una cosa analoga un paio di settimane fa atterrando all’aereoporto di Catania (volo Lufthansa, Stoccolma-Monaco-Catania).
    Non si riusciva ad atterrare, scossoni forti a destra e sinistra, perdita di quota improvvisa. Il tutto é durato circa 5 minuti.
    Il bello era che ormai eravamo in procinto di atterrare e non c’era l’ombra di una nuvola, anzi cielo terso e sole fortissimo.
    Era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere.
    Poi alla fine siamo atterrati, ma molto velocemente. Anche qui il capitano non ha detto una sola parola.
    Io giá pensavo al volo di ritorno! Non volevo piú prendere l’aereo….
    Poi, appena sceso, ho capito da solo che si era trattato di fortissime correnti a bassa quota…infatti all’aereoporto c’era un vento fortissimo….

  11. riki Says:

    Capisco quel che puoi aver provato.
    Per molti forse e´ piu´ il fatto di non avere la situazione sotto controllo o sotto apparente controllo, che non la turbolenza stessa a far paura.
    Sei seduto in un tubo di metallo pressurizzato a 10 km di altezza e 800/900 km/h.
    E ho provato anche io “nervosismo” in situazioni turbolente.
    Ma continuo ad avere piu´ paura in macchina in autostrada che non in aereo

  12. leo Says:

    Ma non c’è qualche esperto che può spiegare meglio in cosa consistono le turbolenze? Cioè come si creano, se si formano preferenzialmente in alcune zone piuttosto che in altre, se è mai caduto un aereo a causa loro.
    Io le odio e avrei avuto una paura fottuta nelle situazioni che avete raccontato!

  13. jocksock Says:

    A differenza di te, purtroppo, non mi capita di prendere spesso l’aereo – e non certamente per paura. :-P
    Ma un mesetto e mezzo fa circa sono andato a Milano con Alitalia/C.A.I. (Cordata Avvoltoi Italiani), partendo in grande ritardo dopo essere stati chiusi dentro l’aeromobile per almeno un’ora e mezza (GRUNT!), e abbiamo beccato parecchie turbolenze che non ricordo di aver mai provato nei miei precedenti viaggi, anche oltreoceano; confesso di aver provato una certa inquietudine, anche perchè trattavasi di un Airbus simile a quello precipitato dell’Air France, specialmente durante la fase di atterraggio, con sbattimenti e scossoni inusitati.
    Però, nel mio caso, il capitano ci aveva informato prima del decollo che c’era parecchia tubolenza.
    Se ti può interessare, mio fratello ha provato – un pò di annetti fa – l’ebbrezza di un ampio vuoto d’aria, in cui l’aereo ha perso improvvisamente cinque o seimila metri di quota (o giù di lì)… :-O

  14. londonluke Says:

    Questa la spiegazione di Yahoo Answers:

    Le “turbolenze” sono delle variazioni della portanza, cioè quella forza che si genera sull’ala e che sostiene l’aereo. In volo orizzontale rettilineo questa forza eguaglia il peso del velivolo.
    Questa forza può variare per vari motivi.Dalla formula della portanza indicata con L: L=1/2 * rho * V^2 * S * Cl.
    S è la superficie alare che è fissa.
    rho è la densità dell’aria, questa può variare ad esempio per variazioni di temperatura, ma non ci hanno mai accennato che sia questa una causa delle repentine variazioni..
    Quello che per i passeggeri è noto come “turbolenza” o “vuoti d’aria” per i progettisti si chiama condizione di “raffica”. cioè si identifica quella variazione di portanza come una conseguenza di una raffica di vento, però generalmente non si considera il vento come orizzontale perchè quello ha un effetto relativamente piccolo(paragona la velocità di un aereo con la velocità di una raffica e vedrai il perchè l’effetto è relativamente piccolo).
    In realtà l’effetto più importante è quello del movimento in direzione verticale dell’aria, questo perchè il vento relativo sull’ala è la somma vettoriale della velocità dell’aereo e quella della raffica, e basta una velocità relativamente piccola di una raffica verticale per andare a cambiare l’angolo di incidenza dell’ala rispetto al vento relativo.
    Infatti il Cl della formula dipende da questa incidenza(in modo quasi direttamente proporzionale fintanto che l’incidenza è sufficientemente piccola, diciamo sotto i 10°-15°) perciò basta un vento verticale relativamente piccolo per modificare l’angolo d’incidenza e quindi aumentare la forza aerodinamica sull’ala e quindi provocare quelle sensazioni sicuramente non troppo gradevoli per i passeggeri.
    Molti aerei dispongono di sistemi di controllo attivi che sono in grado di attenuare queste sollecitazioni
    Comunque tranquillo, le ali sono fatte per reggere a fattori di carico ben superiori, e si fanno anche analisi per verificare che le frequenze proprie dell’ala siano sufficientemente alte da non entrare in risonanza a causa di questi fenomeni, anche in caso di raffiche che hanno frequenze “random”.
    Inoltre più un aereo ha un carico alare alto e meno ne risente. un po’ come una piuma(carico “alare” basso) subisce decisamente le forze aerodinamiche più di una biglia di ferro(carico “alare” alto).

    http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080706053509AAXKz2z

  15. O. Says:

    Alitalia? AliiimortaccciderCommandante!!!!!!
    ;)

  16. flo.mmer Says:

    Ho vissuto un’esperienza simile. Anche nel mio caso non prevista, le spie delle cinture non si sono accesse ma improvvisamente abbiamo perso quota ed iniziato a ballare…tanto….troppo direi! Il brutto é stato che nell’arco di una ventina di minuti é successo 3/4 volte…A differenza tua, River, il comandante é intervenuto dicendo di stare tranquilli e che si trattava di una forte turbolenza non prevista…ma non aveva un tono rassicurante e non è stato molto d’aiuto. Direi che la sensazione più brutta è la perdita di quota.Ho avuto davvero paura e l’atterraggio è sembrato una conquista!

  17. Vincenzo Says:

    Secondo me la colpa è tutta dell’uomo col cappello nella seconda foto, sta palesemente evocando il Male.
    (il commento di ieri è andato perso)

  18. rocambolesque Says:

    bentornato, River, mi sei mancato.

  19. william Says:

    io avrei snocciolato il mio solito rosario, avrei pensato a chi avrei voluto affidare tutte le mie poche sostanze che ho, e mi sarei detto: fortuna ho i tatuaggi…riusciranno a riconoscermi senza farmi l’esame del dna. ho una paura fottuta di volare…mi sarei cagato addosso a più riprese. solamente leggere il racconto mi fa gelare il sangue nelle vene.

  20. oscarcoop Says:

    io sarei morto!

Leave a Reply