Il regalo di Capodanno di Telecom? Niente Adsl.
December 31st, 2010
Qualche giorno fa, la notizia di un intero paese in provincia di Firenze isolato dalla Telecom, addio telefono, fax e Adsl. Ora il guasto arriva anche a Roma: nel magico mondo di River esistono pure le segnalazioni sui guasti. Grazie al cielo non sono un utente Telecom. Ma a chi ha protestato al telefono, il servizio clienti ha candidamente risposto che la connessione sarebbe tornata il 3 gennaio, visto che il guasto è generalizzato e non facile da risolvere. Già. “Rimborsi?”. No, perché, tra l’altro, si tratta di giorni festivi.
Embè?
Carne per Capodanno/Canoisti.
December 31st, 2010
Carne per Capodanno/Rugbysti.
December 31st, 2010
Carne per Capodanno/Body-builder.
December 31st, 2010
Carne per Capodanno/Nuotatori.
December 31st, 2010
Acrobazie da water.
December 30th, 2010
Muco dall’occhio.
December 30th, 2010
Tra Bill e Obama, Hillary sceglie?
December 29th, 2010
Pazza. Di Justin Bieber.
December 29th, 2010
Obama, stop alle foto a torso nudo.
December 29th, 2010
Le sue foto a torso nudo – correva l’anno 2008, e lui era stato appena eletto – avevano fatto il giro del mondo. Un presidente, democratico e pure senza peli, pardon, con un bel petto. Ora, però, gli scatti sexy di Barack Obama saranno solo un ricorso. Il presidente, infatti, s’è fatto serio, e il suo staff è stato durissimo con i giornalisti e fotografi al suo seguito, in questi giorni, alle Hawaii. “Non sono ammessi teleobiettivi e non si potranno ‘rubare scatti'”, è stato detto alla stampa al seguito di Obama e della moglie.
Gira voce che il democraticissimo presidente sia un grandissimo censore dei media sgraditi. Attendiamo la controprova paparazzata del petto-dopo-due-anni-di-casa-Bianca.
Lottando contro il cancro, pagando il ticket.
December 28th, 2010
Di S., il collega che mi ha aiutato con la compagnia del gas, ho scritto qualche giorno fa. Da allora siamo rimasti in contatto. Ci siamo scambiati email, pur nella nostra abissale differenza. Non solo anagrafica, lui molto più grande. Ma anche professionale. Quando era in salute, non ci sentivamo praticamente mai, anche perché lui era circondato da un’aura di “losco”, non proprio da giornalismo british. Dettagli.
Oggi il passato passa in secondo piano. Già. Le sue e-mail sono una lama che ti penetra nello stomaco, senza preavviso. E tu resti là a vedere il sangue che sgorga. Cerchi di capire. Perché a lui e non a te. Vorresti dirgli “coraggio”. Ma ti rendi conto che non puoi dire niente di intelligente. L’intelligenza richiederebbe la presa di coscienza che la battaglia è finita. Persa.
Le sue condizioni di salute sono cattive. Il tumore maligno – una forma rara – si è diffuso ad altri organi. Metastasi. Sinonimo di morte. Mi scrive l’e-mail tra un ciclo di chemio e le sedute a base di morfina. Il dolore è fortissimo. Me lo immagino a trovare la concentrazione per scrivermi le quindici righe. Oro colato. E poi la botta di realtà che non t’aspetti. La vita, quella stronza. Quella di chi non arriva a fine mese. “I ticket sono tanti, e li devo pagare tutti”. Sono a carico suo, anche le cure per sopravvivere. L’America, col suo efficientissimo sistema sanitario a pagamento, è più vicina di quanto non si pensi. Fatta eccezione per l’efficienza.
Alla fine, conclude così la sua e-mail: “Scusa se non ho risposto subito alla tua e-mail, ma come puoi immaginare sono giorni difficili”.
La vita fa paura.