SI’

– Ai tanti ragazzi giovanissimi della parata. Quelli che, 15 anni fa, avrebbero avuto paura a farsi fotografare in strada. A dire, a casa, “mamma vado all’Europride”. Come me, forse. E che, ieri, sorridevano, si baciavano, camminavano mano nella mano. Tanti piccoli raggi di sole in una città che, per un giorno, è diventata più friendly. Just one day.

– Ai bambini delle Famiglie Arcobaleno. Alla loro “normalità” sul trenino storico dell’associazione. Un pensiero ai loro diritti negati.

– Ai volontari dell’Europride. Hanno lavorato, e duramente, a costo zero. Gente che ha preso le ferie del lavoro. Per pura passione. Perché hanno creduto in questo evento. Perché hanno voluto contribuire a scrivere un pezzo di storia di questa Big Parade.

– Alle Drag Queen. Alla faccia di chi vorrebbe un Pride di gente in giacca e cravatta. Ieri è stato anche il giorno di chi, spesso, per campare ha una sola possibilità: prostituirsi. E che, in Italia, continua a vedersi negati i diritti più elementari. La vostra gioia, nonostante tutto, ci serve.

– Ai social network, che hanno rilanciato foto e status su un Europride che, per qualche giorno, ha invaso Facebook e Twitter. Scatti d’orgoglio Glbt.

– A mia madre, che si è informata sull’esibizione di Lady Gaga (“Ma è un uomo?”, la domanda clou).

– Alla rassegna cinematografica “Queering Roma”, al Pigneto. Peccato per i pochi film, iniziativa da ripetere e prolungare.

– A Lady Gaga. Su questo blog non l’ho mai filata. Ma ieri ha dato una dimostrazione di grande maturità e impegno civico. E’ chiaro che, dietro, ci sia pure del marketing. Deve pure portare a casa quel centinaio di milioni di dollari che fanno di lei una star. Ma se la sua popolarità puo’ essere uno modo per far parlare il mondo dei diritti negati, in Italia, perché fare tanto gli schizzinosi?

– Al Pride Park, occasione di incontro e confronto. Per alcuni occasione di sentire musica stunf-stunf, anche se il programma di dibattiti e proiezioni ha avuto la meglio.

– Ai crostoni del Coming Out, dove, per trovare posto, bisogna pregare in Dio Gaga.

– Al conoscente incontrato di nuovo dopo 19 anni, davanti ad una gelateria dell’Esquilino. Un pezzo della mia adolescenza.

– Agli addominali della parata. Ma ve li disegnano la mattina, ci nascete così, oppure sono frutto di photoshop?

– A Claudia Gerini, che, nonostante i momenti di caos, è riuscita a essere sempre pacata.

– Ai ballerini del Circo Massimo: metà me li ritrovo in palestra.

– Alla pazienza di A.

– Al passaggio rapido di Renata Polverini. E’ stata contestata, è vero. Ma ha insistito per vedere tutti gli organizzatori. E’ una presidente di Regione di centrodestra, non dimentichiamocelo. Il suo voler essere là è un buon punto di partenza.

– Al servizio d’ordine al Pride Park, coordinato tra security privata e polizia. Tanto per tenere alla larga quegli imbecilli di Militia Christi e Forza Nuova.

NO

– Alla divisione tra le associazione Glbt. In lite, ancora oggi. Da un lato, quelle del comitato organizzatore di Europride (Mario Mieli, Arcigay, Agedo, Mit, Famiglie Arcobaleno). Dall’altro, gli esclusi: Dìgayproject, Equality e altre. E’ vero, l’organizzatore ufficiale è il Mieli: ma perché non unirsi, in un evento che deve essere di tutti i gay?

– All’esclusione, di fatto, di Paola Concia dal palco del Circo Massimo. E’ l’unica deputata del Pd che si batte con insistenza per i diritti gay, e cosa si fa? La si lascia da parte, preoccupati, forse, che riceva troppa visibilità. Però quando fa le interrogazioni parlamentari ci fa comodo, eh?

– Alla security intorno a Lady Gaga. Eccessiva. Visto foto di incontri e passeggiate della star all’estero, e ai fan è addirittura permesso di toccarla (in un’occasione, le hanno pure toccato una tetta). A Roma c’erano gorilla che si credevano tanti piccoli Hulk stronzetti e pure arroganti. Insomma, take it easy.

– La disorganizzazione c’è stata, inutile negarlo. L’arrivo di Lady Gaga che, in fondo, è stato comunicato con poco preavviso, ha creato non pochi problemi organizzativi.

– All’assenza di una voce parlata dalla parata. Tanta musica, ok. Mancava però un megafono che declamasse i diritti negati, che urlasse la rabbia dei gay, che spiegasse alla città perché si stava manifestando.

– Alle marchette di piazza della Repubblica che, ogni sera, si trasferivano al Pride Park e concludevano i loro affari.

– All’assenza di leader del Pd. Non prendiamoci in giro: a parte Nichi Vendola, la politica ha snobbato la sfilata. Parlo di grandi nomi, ovviamente.

– All’assenza, Ça va sans dire, di qualsiasi rappresentante istituzionale del governo. Inclusa Lady Carfagna.

– A quelli che, finita l’esibizione di Lady Gaga, hanno abbandonato il Circo Massimo, fregandosene degli interventi successivi.

– Al poliziotto che ha preso una ragazza senza accredito, nel backstage, e l’ha sbattuta fuori. Letteralmente.

– Ai prezzi del Bar Bio al Pride Park. Meglio Coming out.

– All’assenza di sponsor. Manco un logo sul palco. Una vergogna. Cagasotto.

– All’interprete di Sky. Quando Lady Gaga ha detto che, affacciandosi dalla finestra dell’hotel, ha sentito alcune sue canzoni (tra le quali Paparazzi), l’interprete diceva: “Ho sentito i paparazzi che cantavano le mie canzoni”.

– All’agente di Claudia Gerini, ansioso e nevrotico come pochi.

– A Forza Nuova, che ha srotolato il solito striscione omofobo. Originali. Meno male che alle elezioni siete fermi allo 0 e passa.

– Alla pioggia mattutina. Un brivido. Ma alla fine Riccardo Cresci c’ha preso: sole sul Circo Massimo.

– Al mezzo milione della parata. Anche nel 2000, anno del World Pride, si dichiarò la stessa cifra. Ma ieri, 11 anni dopo, e con Lady Gaga a disposizione, mi aspettavo qualcosa di più. Non voglio pensare che al Circo Massimo il milione sia stato merito SOLO di Lady Gaga, o no?

In ogni caso, della giornata di ieri si parlerà ancora a lungo. E’ stato un momento importante nella lotta per i diritti Glbt. Certo, affidare le rivendicazioni ad una pop-star ha fatto storcere il naso a non poche persone. Ma penso che un Bersani o un leader politico qualsiasi (Obama escluso) non avrebbero saputo fare di meglio.

Buona domenica (attendo resoconti river-lettori su Europride).

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32 Responses to “Pillole di Europride, i miei sì e no.”

  1. Michele Says:

    Fottuta varicella che mi ha impedito di scendere a Roma. Per voi che eravate li e non avete visto la diretta di Rainew24 sappiate che per alcuni istanti i giornalisti hanno discusso animatamente su chi fosse meglio fra Germanotta e Ciccone. Dallo studio i pro Ciccone dal Circo Massimo i pro Gaga. Ospite in studio astenuto.

  2. raniero Says:

    …quello di ieri è stato il mio primo pride. Bello, emozionato al passaggio dell’Agedo. Bello che all’applauso che ha accompagnato il trenino delle famiglie arcobaleno. Mi sarei aspettato Paola Concia sul palco, quindi gli hanno negato l’intervento?

  3. raniero Says:

    scusate c’è un “che” di troppo. Sono stanco :)

  4. FranzAusTriest Says:

    Ahahahha, anche io visto tutto su Rai News. Atroci urla e invettive nei confronti dell’interprete (sto studiando per diventare uno di loro, e dannazione….) che ha anche confuso Stonewall con l’età della pietra. (un po’ di sacrosanta preparazione sul tema, no, neh?)

  5. simonchio Says:

    Io la Germanotta la amo incondizionatamente. Un po’ sarà anche marketting, per carità, però mi sembra che si sbatta abbastanza e diffusamente per i diritti lgbt, quindi direi che deve anche esserne molto convinta a livello personale.

    A proposito anche mia mamma si è informata su LadyGaga (che odia musicalmente) e alla fine dopo averle spiegato un po’ di cose mi fa: “ah, ma allora sei anche tu un “little monster”?” -_-”””””””””””’

  6. Shiver- Says:

    Anche mio padre mi ha chiesto se lady gaga fosse uomo o o donna. E leggendo i titoli al tg mi ha chiesto il significato della parola “pride”. “Orgoglio dell’euro? e che vuol dire?”. Forse manca un aggettivo fondamentale che per noi ‘dell’ambiente’ è ormai scontato?

    Va sicuramente riconosciuto a lady gaga il merito di aver partecipato in maniera sentita alla manifestazione riuscendo a dargli una risonanza che altrimenti non avrebbe avuto. Che poi alcuni mezzi di informazioni hanno incentrato i vari servizi (vedi tg1) solo sulla sua presenza è un’altra storia.

    La prossima volta però andrebbe organizzato tutto un po’ meglio. Senza lady gaga cosa sarebbe rimasto? Interventi a braccio (“Lui ha portato Gheddafi in una tenda.. noi siamo riusciti a portare lady gaga?” che razza di incipi è), musica pessima, ballerini mezzi nudi dalla dubbia bravura. E forse anche molte meno persone venute solo a vedere la Germanotta (nessuno ha notato il coro “nuda nuda” che si è sollevato mentre usciva? è l’unica cosa a cui si riesce a pensare dopo un intervento del genere? a volte ce la cerchiamo proprio).

    E’ stata comunque una giornata fantastica, colorata, ricca nella sua diversità e sicuramente necessaria a far sentire la nostra voce nella speranza che qualcosa cambi.

  7. Ish Says:

    Il logo e la scritta “Radio Deejay” percorreva tutto il palco.

  8. DG_VICTIMS Says:

    Io non ci sono stato per altri impegni, ma il resoconto che hai fatto rispecchia quello che mi aspettavo. Temo che la Gaga abbia portato via visibilità alla parata, ma nello stesso tempo mi rendo conto che senza Gaga che cosa sarebbe stato l’arrivo al Circo Massimo….quello che accadeva ogni anno ovvero un comizio con pochi superstiti e gli altri tutti a prepararsi x la serata

  9. Cortisolo Says:

    E’ vero. Anch’io, ieri, ho seguito la diretta su rainews24.
    Inviata, giornalista ed ospite hanno creato un’atmosfera davvero molto piacevole, riuscendo ad equilibrare perfettamente temi seri e non. Sono rimasto proprio sorpreso.

  10. Davide G. Says:

    Perfettamente d’accordo sui si e sui no. Solo una precisazione. Anch’io sono andato via subito dopo Lady Gaga, ma dipende dalla mia storia personale. In passato ho militato sia nel Mario Mieli che in ArciGay e conosco le cose dall’interno. Il movimento gay italiano è estremamente frammentato e percorso da una litigiosità parossistica, ipertrofica, abnorme. L’ArciGay ha una struttura unitaria ma ogni sede è autonoma e fa come gli pare. In più esiste una galassia di associazioni piccole e piccolissime, ognuno vanta uno statuto con un presidente e un segretario che se la suonano e se la cantano da soli. Quando esisterà un’unica associazione gay nazionale con un unico rappresentante nazionale dei gay, solo allora (cioè mai) dopo l’esibizione di Lady Gaga tutti resteranno lì fermi ad ascoltarlo.

  11. Luca Says:

    È vero che la fuga dal Circo Massimo dopo l’intervento di Gaga non è stato il più fulgido esempio di impegno civico gay (anche perché diciamolo, non è che la comunità gay italiana sia questa grande rappresentazione di militanza), ma buona parte della responsabilità sta nell’organizzazione che ha inspiegabilmente deciso di iniziare la tribuna politica dopo il megaevento clou della serata. Ma via, come si può??

    Riguardo al PD, direi che Bersani non è mai stato ambiguo al riguardo: dei gay gliene frega il minimo indispensabile. L’ho già detto nello spetteguless-blog: non sarà il PD di Bersani il partito che ci darà una legge come si deve, nemmeno quello della Bindi (e francamente non credo nemmeno quello di Renzi). All’interno del PD scommetto su altre figure, al limite.

  12. Psquared Says:

    Peggio ancora di chi ha lasciato il Circo Massimo dopo Lady Gaga (io in realtà l’ho fatto subito dopo il discorso, non l’ho sentita cantare :P) era chi, durante l’intervento della popstar ha cominciato a fischiare e sbraitare dicendo “hai rotto er cazzo mo’, canta che se ne dovemo annà”…. alla faccia del “pride”. I cretini ci sono sempre

  13. fulvio Says:

    Bella la diretta su RaiNEWS ma soprattutto ho trovato molto brillante e competente la conduzione di Alessandro Baracchini , un grande.

  14. Discostick Says:

    Parlo da 16enne, parlo da ragazzo omosessuale italiano.
    Parlo e spero di poter parlare di più in futuro e di poter esprimere ciò che sono senza i tormenti che affligono miglialia di omosessuali italiani.
    Ho amato poter scendere per le vie della mia città, Roma, la città che più amo in assoluto e ballare, gridare ed esprimere sia a voce che con il corpo quello che sono: la libertà, la libertà di essere chi mi sento di essere.
    Ho amato girarmi e vedere che ero circondato da tutti: uomini e donne di tutte le età, sia omosessuali che eterosessuali, transessuali, intersessuali, infermi (sì, con la sedia a rotelle) e bambini.
    Ho amato tutto ciò, il non sentirmi solo, il sentirmi qualcuno, il sentirmi libero di essere me stesso.
    Libero di essere omosessuale.

    PS:
    SI
    – Al carro delle famiglie arcobaleno.
    – Alla bambina che han fatto salire sul secondo carro.
    – Agli applausi meritatissimi alla signora Germanotta (giudizio un po’di parte, siccome la amo)
    – Al coraggio che i credenti omosessuali hanno avuto a sfilare alla parata.

    NO
    – Alle eccessive provocazioni al Papa e al Vaticano.
    – Ai ragazzi selezionati del carro del Muccassassina.
    – All’eccessiva volgarità da parte di alcune transgender e omosessuali (come ho già detto c’erano anche bambini, potevano anche evitare determinate cose di giorno).
    – Alla proiezione dell’arcobaleno a Porta Maggiore: al Colosseo sarebbe stata tutta un’altra cosa.

    Al prossimo Pride.

  15. KID A Says:

    l’interprete di Sky ha anche tradotto Stonewall con “età della pietra”

  16. Alejandro Pietty Says:

    Ciao River
    volevo fare una precisazione.

    Lady GaGa non ha ricevuto un solo euro per l’esibizione e per il discorso: è andata su quel palco gratuitamente.
    I costi che l’hanno vista protagonista, solo solo quelli del pernottamento e trasporto (Notizia certa).
    Molte altre star avrebbero chiesto in aggiunta ANCHE un budget pro-esibizione.

    La virata sul Marketing viene in automatico: cantare 2 sue canzoni è ovvio che fa parlare dell’ultimo album uscito… Per altro 2 canzoni non a caso:
    Born This Way è l’inno all’uguaglianza (non alla diversità come tutti i TG nazionali dicevano da giorni) “Non importa se sei gay, etero, bsx, transessuale, siamo tutti sulla strada giusta, siamo nati così”

    Edge of Glory invece è il modo più bello di raccontare il momento di passaggio tra la vita e la morte, il momento di tutte le glorie, il momento in cui pensiamo di essere soli, sbagliando!
    Lady GaGa nel discorso ha affermato che purtroppo, c’è ancora troppa gente che si uccide per quello che è, e questa canzone vuole affermare che anche in quei momenti, non si è mai da soli: si è tutti assieme! “we’re on the edge”

    Detto questo ci tenevo a lasciare un commento per precisare quello che ho voluto esprimere.
    Troppi giudizi gratuiti sono stati fatti in questi giorni, è ora di dire le cose come stanno.

    Ciao River, e continua così: il tuo Blog a volte mi fa vedere cosa “Umanamente inimmaginabili” =)

    In bocca al lupo =)

  17. alex982 Says:

    Bel post. Unica nota sull’assenza di sponsor sul palco, in realtà c’era il logo di Radio Deejay…

  18. loran Says:

    Per me è stata una vera emozione partecipare (è bello quando uno si emoziona come un bambino a 45 anni) perchè è stato il mio primo Pride.

  19. river Says:

    Penso che Radio Deejay fosse uno sponsor tecnico. Comunque poca roba. Io mi riferisco a nomi grandi, tipo Fiat, che portano cash.

  20. DG_VICTIMS Says:

    Esatto nessuna azienda Italiana ha accettato di sponsorizzare l’EuroPride…forse perchè sono in crisi e non hanno euri da donare? o semplicemente per la paura di cozzare contro la mediocrità della mentalità Italiana e del Vaticano ….

  21. franzi Says:

    Scusa, io sono forse fissato, ma quando dici “a parte Nichi Vendola, la politica ha snobbato la sfilata. Parlo di grandi nomi, ovviamente.” continui a dimenticarti che c’è un Partito radicale e un grande politico come Pannella, che si sono spesi per Europride, anche con un carro. Certo se poi nessuno li riprende, e se li diamo per scontati o per morto, nessuno ricorderà l’unico partito e uno dei pochi politici che da 50 anni senza soluzione di continuità, difende i nostri diritti.

  22. Riccardo Says:

    Io trovo che sia stata sprecata una grande occasione nel momento clou dell’Europride quando un milione di persone in attesa di Lady Gaga si è dovuto sorbire due ore di musica house, sembrava di essere al Muccassassina! Cavolo era in quel momento con 2 milioni di occhi puntati sul palco che bisognava dare una lezione di vita a sto paese bigotto! Le telecamere erano già pronte…ma i grandi artisti italiani pensano solo al nucleare?!

  23. Imogene Says:

    Ciao!
    C’ero anche io e anche io ho trovato sprecato il tempo in attesa di Lady Gaga: era quello il momento per fare i discorsi politici, magari anche alternati alla musica, ok, ma lì bisognava parlare, mica dopo.
    Per il resto… davvero al Circo Massimo eravamo un milione? A me pare eccessivo.

  24. william Says:

    purtroppo per motivi di lavoro non sono potuto andare e mi è dispiaciuto moltissimo. sarebbe stato il mio primo pride. ed esordire con un pride europeo..sarebbe stato il massimo. cmq non sono d’accordo sul giudizio positivo sull’euro park a piazza vittorio. ci sono stato due sere e l’ho trovato desolante al massimo…con i poliziotti che allo scoccare della mezzanotte han chiuso i cancelli…davvero uno scenario avvilente. sono d’accordo invece sullo scandalo dei nostri politici di sinistra che ancora una volta snobbano importanti rivendicazioni sociali. infine la carfagna ha dimostrato nuovamente tutta la sua pochezza. per l’ennesima volta non ha detto nulla e non ha patrocinato la manifestazione. qualcuno le ricordi che è un ministro delle repubblica e siede sul gradino più alto di un importante dicastero…quello delle pari opportunità. eppure qualche settimana fa sembrava aver sposato in parlamento la nostra causa, manifestando il proprio dissenso contro l’affossamento della legge antiomofobia. una ministro decisamente inutile!

  25. goupil Says:

    Ma a Milano, nada ?
    La Milano gaia, cula ad oltranza, modaiola, fighetta, niente di niente ? Repressi e basta ?
    River… temo che sia ancora lunga la strada all’ugualianza dei diritti per i gay in Italia se anche nella città – secondo me – più cula d’italia non si faccia nulla per i nostri diritti…

  26. Massimo Says:

    Secondo me qualcuno ha fatto male i conti.. un milione alla parata e cinquecentomila al Circo Massimo a me sembrano più ragionevoli.
    Potrei fare un lungo elenco di cose che si sarebbe potuto fare meglio ma credo invece valga la pena dire che è stato un gran pride, che Roma è stata invasa via mare, terra e cielo, che nessuno ha potuto fare a meno di vedere quanti eravamo, quanto allegri, colorati, sereni e diversi e normali e.. ORGOGLIOSi.
    Appuntamento a Londra.. WORLPRIDE 2012

  27. tahar Says:

    river… concordo in tutto ma proprio todos!!!

    Mi spiace proprio che una situazione come quella del park a piazza vittorio sia finita, era una bella alternativa al coming( che a me non piace ) molto molto più easy ..e aperto.
    Per quanto riguarda i costi del bio-bar(una birra anche 6euro) io uscivo sempre fuori nei chioschetti.. 1 euro e 50 e passa la paura!
    A Roma mancano queste alternative , questi luoghi di incontro sani.. dove è possibile festeggiare stare insieme e sentirsi parte di una maggioranza sana.
    Al pride ho avuto la sensazione che sfilasse una delle parti più sane belle e pacifiche della nostra società.

    Grazie a voi.

  28. Alex Says:

    Sono uno di quelli che se ne andato appena lady gaga ha finito, mi partiva il pullman quindi non potevo fare altrimenti. Mi accodo a chi, come me, ha trovato senza senso aspettare quasi 2 ore con musica house e gente imbarazzante che ballava sul palco…non capisco come tanti artisti (cantanti/ comici) non abbiano pensato di partecipare (esibirsi davanti ad un milione di spettatori non è cosa su cui fare gli schizzinosi).

  29. shamsnadir Says:

    Io per ovvi motivi tecnici non potevo esserci trovandomi dall’altra parte del mondo, in un paese abbastanza friendly ed ho organizzato un micro pride in casa, inoltre caso vuole che sabato organizzavano il beauty contest per il piu’ bel LadyBoy del sud del Laos….che tajo!
    Cmq mi rifaro’ l’anno prossimo al worldpride di Londra…chi ci viene?

    Aggiungo perche’ non si fa mai caso a quello che dice Zingaretti, presidente della provincia, alto esponeste del PD, da sempre in prima fila per i diritti LGBT e probabile candidato a sindaco de Roma(dato che 3 anni fecero la cazzata di metterci Rutelli)

  30. Luca Says:

    riguardo alle aziende e agli artisti è davvero vergognoso… ricordiamo che FIAT per l’europride 2010 di Madrid fece 6 modelli personalizzati di 500! e qui in Italia si scappa? ma che bravi… il fatto che l’iniziativa sia lasciata solo ad aziende estere (vedi pubblicità IKEA) dice tutto.

  31. frederickstudio Says:

    Concordo con te River sul NO alla divisione tra associazioni omosessuali! Queste divisioni e continui litigi non ci aiutano per niente!

  32. Pearl Says:

    Ragazzi per quanto riguarda i prezzi all’interno del park,sono stati accordati tra tutti i gestori degli stand,non solo,per esempio lo stand gorgeus faceva i pistati 10 euro,il bio bar nove. E comunque i prezzi per essere nel park con lo stand sono stati esorbitanti,e i prodotti biologici sono molto più cari degli altri. Ma insomma non sparate a zero! Pensate anche che i gestori hanno investito un sacco di soldi. Si sa,fuori dal parco,i negozietti bangla vendono la birra a un euro,ma lì dentro i costi sono decisamente altri.

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