Fenomenologia dell’sms d’auguri.
April 7th, 2006
A Natale, a far festa, sono soprattutto gli operatori di telefonia cellulare. Gli auguri via sms, ormai, sono un modo veloce ed economico – una parola su tutte: multi-messagge ! – per togliersi il pensiero di un amico che non si sente da tanto tempo, di un collega che non si vorrebbe risentire, di un parente che è tale solo sull’albero genealogico. In dieci giorni sono riuscito a far fuori i 500 sms della carta auguri di Tim.
Ecco una classificazione sommaria degli sms ricevuti da River tra ieri e oggi:
1) L’ex. Se sei stato tu ad interrompere la storia e hai la malaugurata idea di farti risentire per gli auguri, resterai deluso. La logica ripicca per quell’interruzione sentimentale è la mancata risposta al tuo sms. Se, invece, non sei stato tu a interrompere la storia, potrai replicare con un bel: “Buon natale anche a te, da me e —— nome del nuovo compagno/a”.
2) Il multi-message sfacciato. Lo trovo odioso. Te ne accorgi subito che sei finito in un calderone di auguri: l’sms è firmato con nome e cognome, e il testo è estremamente generico. Dal classico “un augurio sincero a te e alla tua famiglia” (ma cosa te ne frega a te di mia madre e mio padre?), oppure “ti auguro di passare un buon Natale con tua moglie” (e le coppie di fatto, dove le mettiamo?). E’ offensivo, di fatto, essere messo allo stesso livello, che ne so, del vicino di casa, della scopata di una notte, o del compagno delle superiori.
3) Il multi-message dissimulato. Più subdolo di quello precedente. In questo caso si antepone al testo del messaggio (anche in questo caso si conclude con un nome e cognome) un “Caro river”, tanto per darti l’illusione di essere diverso dagli altri 37 destinatari.
4) Il messaggio enigmistico. Bel testo, parole ricercate che riescono anche a colpirti. Ma poi arrivi alla fine e: ti accorgi che non è firmato; il numero telefonico non è nella tua rubrica. Cosa fare allora? Un paio di volte ho risposto “auguri anche a te”: ma non ho ricevuto alcuna contro-risposta, ergo dovrò tenermi il dubbio fino al Natale 2006. Rispondere con un “grazie, ma chi sei?”, puo’ procurarti un incidente diplomatico.
5) Il messaggio sintetico. Quasi sempre arriva dai colleghi di lavoro: una sola parola, Auguri! Qualcuno spieghi loro che un sms è composto di 160 caratteri e che il prezzo rimane sempre lo stesso, indipendentemente dalla lunghezza.
6) Il messaggio ipocrita. Io e te non ci sentiamo da almeno 4 mesi e mezzo. Ho conservato il tuo numero per puro caso. Eppure, investito da quest’aria di bontà natalizia, ti sei sentito in dovere di mandarmi un abbraccio caloroso. Pfui.
7) Il messaggio interessato. In questa categoria ricadono tutti quelli dei vari politici e uffici stampa con cui mi capita di lavorare. Magari gli stai pure antipatico, pensano che il tuo alito sia puzzolente e che ti vesta come un Cugino di Campagna. Non rispondo mai.
E River? A chi tenevo di più ho fatto una chiamata. Altri altri un sms religiosamente poco impegnato: “Auguri – laici – di buon natale”. Senza firma.
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