Manuel Aspidi è stato, tra i personaggi della scorsa edizione di Amici, uno dei miei preferiti. Non solo perché ha una voce che è tra quelle più promettenti, ma perché è sempre stato uno di quelli che ha cercato di tenersi fuori dalle beghe tra isteriche/arrivisti modello Federico Angelucci. Pacato, nato a Livorno, viso che tradisce la giovanissima età – ha 19 anni -, sta passando le serate in giro per l’Italia. Il difficile, ora, sarà quello di affermarsi al di là della trasmissione, di conquistare il pubblico – anche chi non guardava il programma – e, ovviamente, di studiare e impegnarsi.

Com’è il dopo-Amici? E’ facile fare serate?
A livello psico-emotivo non è semplice, in quanto per due mesi si vive in una sorta di clausura, staccati dai ritmi biologici umani e dal mondo in generale. Si vive praticamente in simbiosi con le finalità della trasmissione, e una volta usciti si è accolti da un mondo che non è come ricordavamo (siamo visti come “star”) e ci si trova con un’enorme libertà, di scelte e di tempo, che non si sa bene come riempire. Per quanto riguarda le serate, se sei un artista di livello non hai problemi, altrimenti sono solo marchette. Ci si affida ad un manager comunque, ed è lui che ti viene a cercare appena fuori dal programma e che ti organizza la maggior parte degli eventi.

Con chi sei rimasto più in contatto?
Karima maggiormente, ma ho buoni rapporti anche con Agata. Degli insegnanti quasi tutti, con una particolare predilezione per Grazia di Michele, Luca Pitteri e Fabrizio Palma. E ovviamente Luca Zanforlin (l’autore).

La cosa che ti manca di più di Amici?
Sicuramente poter cantare su un palco come quello del serale con annessi e connessi (luci scenografia, coreografie) e avere l’opportunità di potersi esibire accompagnati da una grandissima orchestra diretta dal grande Maestro Vessicchio.

La De Filippi si è fatta risentire?
No.

Il più bel complimento ricevuto?
Ti allego direttamente una recensione: “Probabilmente Manuel a livello di talento puro è stato uno dei cantanti più significativi delle varie edizioni di ‘Amici’ insieme ad Antonino”. Poi c’è chi mi ha definito “il piccolo Stevie Wonder”; e sicuramente sentirsi confermare dai critici (durante l’ultima puntata) che meritavo anche io di arrivare in Finale.

La richiesta più assurda di un fan?
Quella di essere portato a casa come un orsacchiotto tascabile da mettere sul comodino.

Piani per il futuro?
Non voglio svelare per scaramanzia i miei progetti.  Posso però dirti che ci sono state delle buone proposte che dovrò valutare.

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