Eterissimo: I gay – anzi, i froci – gli fanno schifo. Lui è maschio e ci tiene a sottolinearlo in continuazione. E’ convinto che ogni singolo gay ci voglia provare con lui, detentore della mascolinità pura e incorrotta. Esclude a priori qualsiasi forma di interazione fisica con gli omosessuali. Alcune volte, dietro questo tipo si nasconde il gay-a-scoppio-ritardato: quello con gli scheletri nell’armadio che a 60 e passa anni farà coming out. 

Etero-convinto: Più sobrio di quello eterissimo, non ha problemi ad uscire con qualche amico gay. Vive la sua eterosessualità in maniera serena, senza il bisogno continuo di doverla dimostrare agli altri. Mai confondere la sua gentilezza, con una disponibilità a trescare che non c’é.

Etero-plasmabile: Metti una festa, metti qualche spinello o una bottiglia di alcol di troppo e il soggetto in questione può capitolare di fronte alle avances di un maschio. Salvo poi rinnegare tutto e pentirsi il giorno dopo.

Etero-sperimentatore: E’ nella fase in cui deve ancora capire se la notte passata con Arturo sia stata un errore o qualcosa da ripetere. E, quindi, dovrà incontrare, baciare, scopare altri uomini. A volte la sperimentazione dura anni.

Etero-passivo: Va con le donne di default, magari è fidanzato e sposato da dieci e passa anni. Di tanto in tanto, però, gli piace far esplorare ad altri (leggasi bene: non altrE) le sue profondità anali.

Etera (o etero-represso): Va nei locali gay, non si risparmia in complimenti per i maschi che meritano, e dorme una notte sì e una no, con uno diverso. Ma è convinto, nei meandri del suo cervellino, di preferire la donna.

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